La fotografia analogica è viva

Testo di Silvia Losurdo

fotografie di backstage di Antonio Patella

Quando parliamo di fotografia la prima cosa che ci viene in mente è Instagram, la seconda è l’immagine di una reflex digitale. Poi, ma solo dopo un ulteriore sforzo, ci torna in mente il passato e ci ricordiamo dei rullini o delle camere oscure, quindi della fotografia analogica.

La fotografia analogica non solo non è mai morta ma è tornata in auge negli ultimi anni, così tanto che non solo i prodotti “obsoleti” sono tornati popolari, ma molti produttori stanno rilanciando fotocamere analogiche per tenersi al passo con le tendenze del mercato.

fotografia di Annalisa Mascolo

Questo ritorno di fiamma è legato essenzialmente a due fattori: il primo è che l’avvento della fotografia digitale  ha riversato sul mercato una moltitudine di mezzi fotografici analogici e il secondo è che non solo molti fotografi nostalgici della pellicola hanno ricominciato a scattare come si faceva un tempo ma anche la nuova generazione, che si approccia alla fotografia, ha sentito il bisogno di sperimentare e tornare a gestire tutto  il processo fotografico, allontanandosi dal famoso slogan di George Eastman fondatore della Kodak: "Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto".

Per tutti i partecipanti al workshop di fotografia analogica con Pasquale Ettorre l’esperienza è stata una novità assoluta, ma soprattutto una piacevolissima sorpresa. Pasquale, oltre ad essere un bravissimo professionista, si è dimostrata una persona gentile e disponibile, capace di condividere i suoi segreti del mestiere e capace di trasmettere la sua passione per questo tipo di fotografia.

Il primo giorno è stato dedicato alla parte teorica, con racconti della vita professionale e artistica del fotografo, la visualizzazione dei suoi lavori e la parte più tecnica di approccio alla macchina fotografica analogica, attraverso l’illustrazione dei punti chiave necessari a cui far attenzione per ottenere una buona fotografia a livello tecnico. Innanzitutto la scelta del rullino, i colori, le ASA, poi essere consapevoli di che cosa si vuole raccontare, impostare la messa a fuoco e fare attenzione alla luce e ai valori di scatto.

Il secondo giorno è stato diviso in 2 parti, una parte pratica e una relativa all’insegnamento della scansione dei negativi.

Messa da parte la timidezza e l’imbarazzo, col primo click inizia la magia. La meccanica della macchina e la voglia di sperimentare prende il sopravvento e anche se ci si concentra sulla luce e i tempi d’esposizione, sembra di abbandonarsi completamente al momento. Non poter vedere l’immagine subito dopo aver scattato è allo stesso tempo straniante ed entusiasmante e spinge a proseguire il lavoro quasi con un’armonia fluida e morbida.

Si cercano la luce migliore, le ombre più interessanti e le situazioni più adatte alle esigenze narrative.

La due giorni si conclude con una moltitudine di emozioni ed un nuovo bagaglio culturale fotografico da tirare fuori il prima possibile per continuare a sperimentare, in attesa di vedere il risultato dopo lo sviluppo dei rullini.

Una volta provata la fotografia analogica non si torna più indietro.

Qui le autrici che hanno partecipato al workshop

ANNALISA MASCOLO

"È stata una bella esperienza sia di condivisione che di conoscenza . Un tuffo nel passato che mi ha permesso di acquisire nuove nozioni che ho portato a casa con davvero tanto entusiasmo " Annalisa


ELENA GENCO

"Cambiare il mezzo,cambiare la prospettiva,cambiare il focus é sempre utile soprattutto se c'è uno scambio di punti di vista" Elena


SILVIA LOSURDO

"Appena inizi a scattare ti rendi conto che il sodalizio con l'analogico continuerà per molto tempo" Silvia


MARIANGELA PERRUCCI

“Quando scatti in analogico il passato non esiste, il futuro deve ancora essere... è nel presente che avviene la magia…in un clic” Mariangela


Sulla nostra pagina FB la galley completa del backstage a cura di Antonio Patella