Luce e fotografia

Sebbene il termine fotografia conservi ancora il significato di “scrivere con la luce”, tale significato sembra aver perso importanza, se non addirittura essere dimenticato, in alcuni casi, nella pratica contemporanea. Tale declassamento è indubbio derivato dall’uso ormai globale del sistema digitale di produrre foto. I nuovi sistemi, performanti oltre misura, hanno superato anche loro stessi e ogni semestre si annunciano modelli sempre più competitivi in termini di prestazioni tecniche. 

La fotografia ha sempre viaggiato su questo doppio binario: da una parte il progresso tecnologico e l’evoluzione stessa degli apparecchi, dall’altra il rinnovarsi nel linguaggio per essere, appunto, allineato ai tempi. Le due cose si sono costantemente interconnesse, tanto che è difficile stabilire cosa influisce sull’altra. E viceversa.

Ma la costante della fotografia dell’ultimo secolo e mezzo, il valore che non è mai cambiato, è la conoscenza della luce.

Saper osservare, distinguere, controllare la luce per ottenere il risultato fotografico pre-visualizzato, richiede conoscenza e allenamento.

foto Tina Massari

Nel corso Schemi di luci si è voluto dare ai partecipanti la possibilità di confrontarsi appunto con la luce. Di come agisce sul nostro soggetto, sia essa naturale o artificiale. Di come dominare la luce sia una questione di pratica più che di una mera informazione da memorizzare. 

Soprattutto nell’ambito della fotografia amatoriale, quella praticata occasionalmente, è credenza comune, ad esempio,  pensare che per ottenere certe immagini “da rivista” siano necessarie attrezzature di illuminazioni professionali e costose. 

Nelle lezioni invece si è dimostrato intanto che la luce va controllata più che acquistata. Inoltre è stato verificato dagli studenti stessi durante le sessioni pratiche che si può modellare, imbrigliare, amplificare, modificare forma e qualità anche con piccoli espedienti e accessori non costosi. Certo, le attrezzature professionali esistono per uno scopo, ma surrogare con materiale concorrenziale, addirittura fai-da-te, non sminuisce il valore della foto prodotta, che, va ricordato sempre, tale valore non sta nel “come è stata realizzata” ma nella potenza del significato che comunica.

foto Teresa Denora

Essendo il corso programmato su due fine settimana full-immersion, si sono affrontati gli schemi di luce principali, mostrato esempi di autori diversi che hanno assoggettato la luce ai propri desideri stilistici, affrontato la preparazione e gestione di set fotografici e tutti i partecipanti si sono immedesimati, a turno, nel vivere l’esperienza di lavoro di una sala posa, dai ruoli alla costruzione del set. Ciascuno è stato libero di interpretare il soggetto in termini compositivi, affidandosi allo schema di luce in corso.

L’esperienza ha suscitato interesse, quasi fosse una scoperta interagire con qualcosa che loro davano per scontato: la luce. Affrontare tutte le situazioni di luce che si possono incontrare in una esperienza fotografica certo non è pensabile si possa racchiudere in un corso, tuttavia si sono gettate le basi per avviare, anche in maniera autonoma, una comprensione del rapporto fra luce e fotografia.


Sotto, immagini di backstage del corso (ph Tina Massari)


Foto degli allievi DEL corso

foto Antonio Livrieri

foto Antonio Livrieri

foto Mariangela Perrucci

foto Mariangela Perrucci

foto Rosa Ventrella

foto Rosa Ventrella

foto Vito Castellano

foto Vito Castellano

foto Vito Quattromini

foto Vito Quattromini